Maybe we came to the final version of “Italia” logo for tourism promotion. After the first draft there’s be a lot of discontent in Italy, but this version is a lot cleaner, but anyway I think it’s not enough yet.
Siamo giunti forse alla versione definitiva del logo “Italia” per la promozione turistica della nostra nazione. Dopo la prima bozza c’è stato un fiume in piena di polemiche, critiche (giustissime) e quant’altro. La versione presentata2 giorni fa è sicuramente più raffinata, via le sfumature, via quell’orrido lens-flare (anche se si dice, e ci voglio credere, che quello fosse uno screenshot di un video di presentazione del logo).
The logo is really plain and really poor of creativity. It looks more like a beauty contest logo than a tourism one.
I decided to take a look at other tourim logos around the world, just to make a comparison.
In Europe one of the best is the Spain’s one, very famous. also Turkey is nice. I think there’s an abuse of “brush effect” anyway
I think in Asia we can find more interesting works, like Japan and Indonesia 2008. Also Vietnam is really nice and clean.
Obviously this is just a little part of the logos you can find, but it offers a broad-spectrum of possible solutions.
Neanche questa versione accontenta però il popolo dei creativi d’Italia, ed in effetti non posso che trovarmi d’accordo su chi lo ha definito insipido e privo di carattere. Purtroppo però bisogna dire che è lo specchio ideale di un’Italia che di creativo ormai ha solo una fama ereditata dai tempi che furono, ormai sbiadita e scalzata anche da nazioni che hanno una storia artistica infinitesimale rispetto alla nostra. Ci siamo un po’ adagiati sugli allori, diciamolo.
Un po’ deluso dal risultato mi sono incuriosito e ho voluto vedere cosa succede invece in giro per il mondo, ed ecco quindi una panoramica su alcuni loghi per la promozione turistica di varie nazioni, suddivisi per continente.
In Europa sicuramente uno dei migliori di sempre è il logo della Spagna, ormai storico. Anche quello della Turchia è molto gradevole, mentre alcuni li trovo veramente poco azzeccati, come quello greco che sembra più da compagnia telefonica e quello ceco che è molto “politico”. In generale, a mio avviso, c’è decisamente un abuso dell’effetto “pennellato” o “a mano” tanto per intenderci.
In Asia troviamo lavori più interessanti. Il Giappone, che sì utilizza l’effetto pennello, ma a buon diritto, essendo la calligrafia una vera e propria arte tradizionale di questo paese. Minimale nei colori, che vedono la sola aggiunta del nero ai due colori della bandiera nazionale, rispecchia a mio avviso molto bene lo spirito del Giappone. Molto belli quelli dell’Indonesia, soprattutto nell’edizione 2008 e quello del Vietnam, che definirei molto “turistico”, quasi da compagnia aerea, elegante, piuttosto minimale ma con un intervento grafico sulla “i” che lo rendono interessante. “Bancario” quello koreano.
Ovviamente questa è solo una minima parte dei loghi esistenti, ma offre uno spettro abbastanza ampio di soluzioni. Volendo stilare una sorta di classifica, a parer mio, l’Italia si collocherebbe nel limbo della metà più bassa dell’elenco, non nelle ultimissime posizioni, ma non raggiungerebbe nemmeno la metà. Rispetta molti dei criteri che fanno di un logo un buon logo (palette di colori limitata, facilmente riproducibile su diversi supporti, scalabile, possibilità di esser reso monocromatico…) ma a livello emozionale trasmette veramente poco, per non dire nulla e di turistico non ha davvero niente, sembrerebbe più adatto ad un concorso di bellezza, basterebbe aggiungere un bel “Miss”. Come si suol dire: sarà per un’altra volta.